Arrivo
Partenza
Adulti
Bambini
Annulla Verifica

Erto e Casso

Coronati da splendide e misteriose montagne, nella valle del Vajont sorgono gli abitati di Erto e Casso. Erto, di origine antica e Casso, più recente, costituiscono un unico comune che mette assieme due comunità molto diverse: distinti dialetti, credenze e tradizioni.

Percorrendo le vie acciottolate ricche di storia e di silenzio, si percepisce l’anima antica delle case dalla particolare architettura di montagna, innalzate pietra su pietra con la calce prodotta cuocendo i sassi nelle fornaci.

Un tempo, l’abilità degli artigiani nei lunghi mesi invernali, dava vita al legno realizzando setacci, cucchiai ed altri utensili. In primavera iniziava il periodo delle partenze lungo le strade del Nord Italia e, trainando il carretto con le ruote di legno, le Nèrte andavano a vendere i loro prodotti per integrare il bilancio familiare.

Una scultura bronzea nel centro storico ed una mostra permanente tengono vivo il ricordo dell’antico mestiere, thi a girè.

La cassettiera sulle spalle, un cesto in mano, scarpetti di panno (scufòns) ai piedi, e la donna diventa simbolo di fatica, di sacrificio e grande dignità.

I nostri boschi custodiscono i segni delle attività del passato:

l’arte del fare il carbone innalzando le carbonaie con tronchi di faggio e carpino, resti secolari si trovano disseminati su tutto il territorio dove, dalla primavera all’autunno, il fumo segnalava la presenza dei carbonai;

la monticazione con le casère, i pascoli ed i sentieri attraverso i quali le mucche, accompagnate da pastori e malgari raggiungevano l’alpeggio;

il lavoro dei boscaioli e dei cavatori.

Nelle valli, ancora oggi, risuona il passo degli alpinisti e dei cacciatori che ne conoscevano ogni angolo segreto.

Una triste pagina di storia ha sconvolto la comunità e la geografia del territorio la notte del 9 ottobre 1963 alle 22.39, quando un’enorme frana si staccò dal monte Toc seminando morte e distruzione.

La frana, i sedimi delle abitazioni distrutte, il cimitero dove hanno trovato riposo le poche vittime ritrovate, la diga del Vajont e l’omonimo lago, sono tracce di autentica memoria.

Qui il tempo si è fermato, cancellando in pochi minuti un antichissimo e particolare stile di vita; ma la caparbietà e l’attaccamento alla propria terra hanno dato la forza di ricominciare e di perpetuarne la memoria.

Le visite sul coronamento della diga ed ai luoghi del Vajont, permettono al visitatore, accompagnato dalle guide, di conoscere da vicino l’immane catastrofe ed il tema è ampiamente trattato nel Centro Viste del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, nel centro storico di Erto.

Simpatici folletti abitano i boschi che si tingono di un verde tenero in primavera, di una miriade di colori in autunno, di un candido manto nevoso in inverno; boschi dagli alberi parlanti ben conosciuti e raccontati dal noto scrittore, scultore ed alpinista, che ad Erto vive e lavora, Mauro Corona.

L’intenso legame con la natura caratteristico di questo ambiente è rimasto immutato ed il ritmo delle stagioni è ancora scandito dalla voce del cuculo, dal bramito del cervo e dal fischio della marmotta in Buscada.

Suggestivi percorsi escursionistici offrono la possibilità di ammirare luoghi incantevoli, sul monte Borgà stupiscono i Libri di San Daniele, originali conformazioni rocciose.

Particolarmente affascinanti sono le escursioni in Val Zemola, zona cuore del Patrimonio dell’Umanità, sotto l’egida dell’UNESCO dal 26 giugno 2009.

Un sentiero segnato porta al Rifugio Maniago, che si trova ai piedi del Monte Duranno, qui lo stambecco domina le rocce; un altro itinerario porta al Monte Buscada, dove l’ex cava di marmo è un museo a cielo aperto e dove, alla fine della primavera, sui prati circostanti si può ammirare un’eccezionale fioritura, un rifugio escursionistico documenta l’attività di estrazione del marmo.

Sul versante opposto della valle del Vajont si apre la Val Mesazzo, luogo che rievoca storie di partigiani e di carbonai e dove si può trovare un rifugio aperto tutto l’anno.

A monte di Erto parte il trui dal Sciarbòn, Sentiero del Carbone, un percorso in quota con viste panoramiche sulla frana e sul lago del Vajont, fino ad arrivare a Casso.

La ricostruzione del Ponte Therentòn, distrutto la notte della catastrofe ed inaugurato il 19 luglio del 2008, offre all’escursionista l’opportunità di fare il giro del lago, di camminare sulla frana, di osservare il lago residuo di Mesalét, di scorgere i borghi di Casso ed Erto abbarbicati sui pendii, di contemplare la maestosità delle montagne e, a San Martino ed alle Speee, di toccare con mano la tragedia, dinanzi ai resti della chiesa e delle case spazzate via dall’onda.

Questo anello di 14 chilometri, facilmente fruibile sia a piedi che in mountain bike, permette di scoprire le frazioni di Sinistra Lago.

Nei pressi della diga del Vajont esiste una palestra naturale di roccia, famosa in tutto il mondo e meta di numerosi appassionati.

Casso, con l’arrivo dell’estate, si rianima quando stalle e fienili, dai caratteristici tetti in pietra, ospitano artigiani ed artisti e si riaprono le casine dove una volta si faceva il formaggio.

La Scuola di Casso, scoperchiata dall’onda la notte della catastrofe, è stata recuperata nella sua fruizione interna, lasciando ben visibili all’esterno i segni del fango e dei sassi che la segnarono indelebilmente.

Qui, una terrazza che sporge nel vuoto, emoziona il visitatore di fronte alla grandiosità della frana ed alla ferita del monte Toc, percependo la potenza dello schiaffo dell’acqua.

Un suggestivo percorso lungo le vie del borgo di Casso, accompagnati da un’audioguida, darà voce alla storia, alla cultura ed alle tradizioni di questo affascinante paese svelandone angoli e luoghi. L’audioguida è disponibile in loco.  

 

 

 
INFORMAZIONI SU ERTO E CASSO
Coordinate: 46°17′0″N 12°22′0″E  -  Altitudine: 775 m s.l.m.
Superficie: 52,2 km²  -  Abitanti: 392 
Densità: 7,510 ab./km²  -  Frazioni: Casso, Forcai, Pineda, Prada, San Martino, Val da Pont 
Comuni contigui: Cimolais, Claut, Longarone (BL), Ospitale di Cadore (BL),
Perarolo di Cadore (BL), Alpago (BL), Soverzene (BL)
CAP: 33080    Pref. telefonico: 0427
Nome abitanti: ertani – cassanesi.   Santo patrono: San Bartolomeo (Erto), San Gervasio e Protasio (Casso)
Sito del comune: www.comune.ertoecasso.pn.it

cassso erto erto neve
Comune di Cimolais Comune di Claut Comune di Erto-Casso Parco Nazionale Dolomiti Friulane
Tel E-mail Map
Albergo Diffuso Valcellina e Val Vajont Via Roma, 43 33080 Claut (PN) Italy Tel / Fax +39 0427 878445 Cell +39 338 1570963 P.IVA IT01532000930 info@albergodiffusovalcellinavalvajont.it
Facebook Pordenone with love